Migrazioni sonore (2012)

MIGRAZIONI SONORE

Da diversi anni il Coro Sibilla ha sviluppato una consistente attività di ricerca di canti della tradizione popolare maceratese e marchigiana riproponendone in forma moderna le espressioni più significative attraverso le rielaborazioni per coro predisposte dal suo M° Direttore.
Questo lavoro ha avuto lusinghieri riscontri sia nella partecipazione del Coro Sibilla a concerti e rassegne fuori regione, in località del nord e centro Italia, sia nella organizzazione di iniziative a livello locale: concerti, lezioni-concerto nelle scuole e la tradizionale Rassegna dei Sibillini.
L’impegno del coro, rivolto non solo a “salvare” e “conservare” il nostro patrimonio di cultura popolare a rischio di scomparsa, ma anche a rimetterlo nel circuito degli interessi musicali delle giovani generazioni, ha avuto come naturale e necessario complemento quello di associare la riscoperta del canto popolare allo studio dei vari contesti storici, sociali e culturali che ne hanno determinato e qualificato per molto tempo, prima dell’avvento dei moderni mezzi di comunicazione di massa, la genesi e la diffusione.
Nel 2011, centocinquantesimo della proclamazione dell’Unità d’Italia, il Coro Sibilla ha incentrato la sua attività concertistica, e prima ancora di ricerca e rielaborazione, in particolare sulla relazione tra il canto popolare ed i fatti storici e sociali che hanno segnato  nelle diverse fasi e condizioni 150 anni della nostra storia nazionale unitaria.     
In continuità con questa impostazione, e in coerenza con i propri compiti statutari, il Coro Sibilla intende sviluppare nei prossimi anni la sua attività concertistica e di ricerca in particolare sul terreno dell’incontro tra diverse tradizioni musicali popolari, tra loro anche lontane per genesi e luoghi, esplorandone le potenzialità come mezzo di conoscenza reciproca e di integrazione interculturale.

La conoscenza e l’incontro tra tradizioni musicali popolari diverse come fattore di integrazione.
Il pluralismo etnico e culturale che caratterizza in misura crescente la nostra società richiede uno sforzo culturale di integrazione come garanzia di convivenza pacifica e feconda; e richiede un salto di qualità che ci porti dalla semplice tolleranza verso le “diversità” ad un vero e proprio dialogo e all’integrazione tra le culture.

Per questo, il recupero e la conservazione del canto popolare della nostra terra non può restare fine a se stesso né risolversi nella semplice trasmissione di espressioni del passato alle future generazioni.
La valenza culturale di una operazione come questa è quella di rinnovare la vitalità del canto popolare nel mutato contesto socio-culturale, esplorandone la fecondità rispetto ai grandi temi che caratterizzano il mondo di oggi, tra i quali è in prima linea il tema della integrazione interculturale.
Il patrimonio musicale tradizionale della nostra terra può essere infatti ben più che un oggetto culturale da conservare, la “memoria” di un mondo perduto: può divenire veicolo privilegiato di facilitazione dei rapporti interculturali, riconoscendo al patrimonio musicale delle tradizioni popolari i requisiti appropriati ed efficaci per costituire un mezzo di conoscenza reciproca, di comprensione e di scambio culturale nell’ottica di una concezione non passiva e consumistica ma attiva e condivisa del canto, quale è quella che qualifica l’attività del Coro Sibilla.
I grandi fenomeni migratori che negli ultimi anni hanno modificato la struttura della nostra società, facendola diventare rapidamente multiculturale,  hanno determinato la compresenza di differenze culturali che sono spesso motivo di difficoltà per la comprensione e il dialogo.
Ma le differenze culturali, affrontate in modo appropriato in una visione “inclusiva”, possono diventare una risorsa a beneficio della vita comune.
L’incontro fra culture diverse all’interno delle società occidentali ha attivato un processo di trasformazione che tocca oggi tutti i contesti di vita e coinvolge tutti: il processo di integrazione non riguarda solo gli immigrati che devono inserirsi nella nostra cultura, ma anche tutti noi che vediamo profondamente modificata dall’entità e dalla crescita delle migrazioni la nostra struttura sociale e con essa i rapporti culturali.
Ci troviamo oggi a convivere con persone di derivazione etnica e culturale molto diversa e distante dalla nostra: se non vogliamo che la nostra e la loro esistenza si riduca in circoli chiusi nei quali possano rientrare soltanto coloro che appartengono alla stessa etnia, è necessario che passiamo dalla semplice accoglienza all’integrazione, percorrendo la strada della conoscenza e dell’accettazione reciproca.
Il problema non tocca solo le istituzioni deputate all’integrazione, come la scuola che certamente svolge un ruolo decisivo, ma riguarda ogni aspetto e livello della attività sociale e culturale, perché da ogni segmento della società e della cultura può venire un apporto significativo.
In questo senso il Coro Sibilla ritiene che un contributo consistente possa venire da un incontro tra tradizioni musicali popolari di per sé diverse e lontane, ma capaci di riconoscere un terreno comune di comprensione e di integrazione.  

Il canto popolare di tutte le tradizioni e di tutti i popoli esprime infatti per sua natura i vissuti personali profondi, le aspirazioni, le paure, le gioie, i dolori, i problemi esistenziali e sociali; esprime cioè l’identità di ogni popolo di cui è espressione su un terreno che dal punto di vista umano è comune ad ogni popolo: dove dunque l’identità può trovare motivi profondi e condivisi di comprensione e di reciprocità.
Accanto alle indubbie diversità che sono l’inevitabile portato di condizioni storiche e ambientali tra loro diversissime, esistono anche caratteristiche fondamentali comuni a tutte le culture, come comuni sono le condizioni fondamentali della vita e del destino degli esseri umani ovunque essi vivano.
In ogni cultura il canto popolare esprime proprio queste caratteristiche profonde comuni; per questo il Coro Sibilla ritiene che esso possa essere un efficace strumento per far evolvere positivamente il dato della “multiculturalità” verso forme ed espressioni più marcatamente “interculturali”, cioè di rapporto partecipe e solidale e non più di mera compresenza o addirittura di conflittualità.
Il Coro Sibilla è mosso in questa direzione anche dalla convinzione che si tratti di un vero e proprio “valore aggiunto” dell’integrazione: è noto infatti che le politiche ufficiali di integrazione agiscono principalmente sul piano della assimilazione degli stranieri, ponendosi l’obiettivo di fare in modo che gli immigrati abbiano una conoscenza di base della lingua e delle leggi del nostro Paese:  si tratta certo di condizioni necessarie ma non sufficienti per una piena integrazione, che si deve nutrire anche della conoscenza di tradizioni, valori, costumi, modi di pensare e di agire.
E si deve nutrire soprattutto di reciprocità: non può essere solo unilaterale se vuole sviluppare un effettivo e proficuo atteggiamento di dialogo.
Le diverse culture devono “parlare” tra loro, interagire, esprimersi e ascoltarsi a vicenda: anche sotto questo profilo il canto popolare può costituire una formidabile risorsa di scambio culturale e di conoscenza reciproca, una risorsa per l’integrazione.
Questo non significa ovviamente perdere il nostro passato e la nostra identità. Significa al contrario valorizzare il nostro passato e la nostra identità in funzione di uno dei problemi più grandi del nostro tempo, ed in coerenza con la funzione svolta storicamente dal canto popolare fin dai suoi albori. Nessuna cultura può pretendere di essere l’unica, né di isolarsi e non mettersi in relazione: verrebbe meno alla sua stessa natura. Occorre sradicare pregiudizi etnocentrici e promuovere la formazione di una mentalità aperta al pluralismo culturale, per la quale l’incontro di tradizioni musicali popolari diverse può svolgere una funzione positiva.
Oggi è non solo possibile, ma inevitabile, perseguire l’unità nella diversità, la convivenza e l’integrazione senza annullamento delle peculiarità identificanti di ciascuno.

Obiettivi
– Favorire l’integrazione sociale e culturale degli immigrati attraverso l’individuazione dei canti popolari delle diverse culture come terreno comune di conoscenza e condivisione;
– Valorizzare il patrimonio musicale popolare come mezzo di conoscenza reciproca, di comprensione e di scambio tra culture diverse;
– Utilizzare il canto popolare tradizionale del nostro territorio come strumento di facilitazione dei rapporti e della conoscenza con gli immigrati;
– Valorizzare canti tradizionali di altri popoli ed etnie per conoscerne i caratteri e per individuare aspetti tematici comuni con la nostra tradizione;
– Recuperare i canti popolari della nostra “emigrazione” come memoria storica e fattore di sensibilizzazione.

Esigenze da soddisfare:
– Favorire attraverso le potenzialità insite nelle tradizioni musicali popolari il superamento della semplice tolleranza verso le “diversità” per realizzare una effettiva integrazione tra le culture, quale è richiesta dal pluralismo etnico e culturale che caratterizza in misura sempre crescente la nostra società.

Beneficiari:
– Scuole;
– comunità di immigrati;
– appassionati e cultori di canto popolare
– Cittadinanza

Modalità di realizzazione:
– Organizzazione di concerti-lezione nelle scuole;
– Integrazione delle esecuzioni dei brani nelle lezioni-concerto e nei concerti con:
– ambientazione storica e socio-culturale di ciascun brano in grado di illustrarne il contesto, le motivazioni, la trama storico-sociale-esistenziale di riferimento;
– esplicitazione dei caratteri musicali e delle specificità tematiche;
– proiezione di immagini  a supporto dell’ambientazione storica e socio-culturale;
– Produzione e pubblicazione di materiale multimediale (DVD, registrazioni audio live).
– Inserimento nel repertorio, previa elaborazione, di canti di diverse tradizioni musicali popolari;
– Sostegno, mediante fornitura di materiali oltre che con la partecipazione del Coro, a progetti didattici promossi dalle scuole volti all’integrazione.
– Individuazione di temi comuni ai canti popolari delle diverse tradizioni culturali;
– Organizzazione di concerti-spettacolo con il coinvolgimento di comunità di immigrati insediati nel nostro territorio.